Non si poteva chiedere di meglio per celebrare la chiusura del Trialario 2016, il clima tiepido ha dato il giusto risalto ad una gara tracciata in aree sapientemente scelte e preparate dai due più influenti trialisti del posto, Davide Betti e Massimiliano Melesi.

Sebbene la fatica di tracciare sia sempre presente ed anzi magari anche in aumento con il contributo anagrafico, la scelta dei posti ha permesso che venisse organizzata una gara varia nei terreni e ricca di quel tipo di percorsi che possono accontentare un po’ tutti i gusti trialistici.

Potendone approfittare, le scelte di tracciatura si sono orientate verso qualcosa di molto ampio, infatti è stata consumata parecchia fettuccia, con ostacoli di dimensioni generose ma senza che i percorsi diventassero troppo ostici o dalle traiettorie complicate.

Dopo anni e anni di tracciatura, gli organizzatori del Trialario hanno ormai capito che cosa crea selezione tra i piloti di differente levatura, per rendere un ostacolo praticabile solo ai più atletici e più allenati bisogna abbreviare le rincorse e stringere le traiettorie, magari anche facendo sì che un qualche dislivello crei nervosismo a chi ha meno dimestichezza con le altezze.

Grazie agli splendidi boschi di cui la Valle di Intelvi è generosa in questa gara si è riusciti a fare esattamente il contrario, cioè fornire rincorse sufficienti per ostacoli ben dimensionati e molte differenti traiettorie per scegliere la più congegnale al proprio stile di guida; per evidenziare la capacità di spostare i pesi sono state inserite anche molte curve in salita o contropendenza, sempre con ampi spazi.

In questo modo quasi tutti i piloti sono riusciti a percorrere almeno una volta con punteggi bassi anche le zone più adatte ai migliori.

I migliori hanno comunque avuto modo di distinguersi, e anche di recuperare degli errori, infatti le difficoltà non mancavano, mentre una sfida più intensa per le posizioni a ridosso del podio ha coinvolto i piloti di metà classifica.

Che vantaggio c’è a tracciare un percorso adatto ai piloti più allenati che ha il risultato di mortificare chi compete per passione ma non ha le possibilità dei più giovani, e magari rischia anche di farsi male?

Dopo questo preambolo si potrebbe pensare che nella gara di Lanzo i punteggi siano stati molto bassi, tutt’altro (se si escludono i concorrenti che hanno sempre evidenziato doti tipiche della classe superiore).

Partiamo dal podio che ha dato maggior soddisfazioni ai tracciatori, contenti di aver dato a chi è meno atletico la possibilità di giocarsi la vittoria grazie all’esperienza sul campo, e parlando di esperienza il concorrente che ha già dimostrato una stoffa notevole anche sul difficile è Paolo Borghi, il primo nominato della Tempesta Cairatese che ha imperversato questa volta su tutti e tre i podi delle categorie gialla verde e blu.

A seguire, l’intramontabile Noris, pur bravissimo anche sul facile ha qui saputo reggere l’assalto dei giovani anche se le zone necessitavano di convinzione esperienza e soprattutto grinta.

Chiude infatti a 22 punti, contro i 13 di Borghi, a dimostrare che la gara non era facile per nulla.

Al terzo posto un altro intramontabile, che all’anagrafe può vantare qualche punto in più di Noris,  Malvestiti, grazie ad una giornata priva di acciacchi (pur convalescente di un trauma al polso che lo costringeva a vivere da giudice l’ultima gara di regionale FMI) si toglie la soddisfazione di conquistare un podio nell’assoluta dilettanti scalzando il giovanissimo figlio d’arte Barilani a pari punti con lui a 26.

Dopo il giovanissimo Barilani, Pomoli supera Conti di due lunghezze, si sarà mangiato le mani perdendo il podio per soli due punti ma, anche se sesto in gara si garantisce la conquista del Trofeo come primo di categoria davanti appunto a Barilani che chiude secondo il graduatoria finale davanti appunto a Pomoli; premiato invece dalla regolarità Malvestiti è il primo dopo il podio di campionato, cosa che ha tra l’altro i suoi vantaggi non essendo perciò costretto a passare nei verdi.

Nominiamo la comparsa di Arrigoni a ridosso dei migliori, se l’allenamento lo sostiene potrebbe essere un presagio di una maggior presenza vicino al podio del prossimo anno.

Dopo Strazzari e Azzoni sfida per il decimo posto tra due superveterani, la spunta Permunian su Garzetti, sicuramente meno a suo agio con la sua fida Fantic 240 che per una gara così intensa non è sicuramente un vantaggio.

Viene comunque premiato come miglior pilota di moto d’epoca.

Come annunciato tempesta cairatese anche sul podio verde, dove Nava conferma quanto la categoria amatori gli stia stretta con 5 punti totali.

Questa è la classe dove i piloti si sono comportati al di sopra delle attese, riuscendo facilmente a superare molti degli ostacoli che si pensavano più ostici.

Se per la prima mezz’ora di gara pochissimi si sono azzardati ad affrontare l’umido di alcune zone, poi sono state proprio gli ostacoli più impressionanti ad essere superati senza penalità, ed il percorso verde è stato quello che ha segnato più passaggi a zero.

Giovane elastico ed abile negli spostamenti Mengotti fa suo il secondo posto in gara e classifica finale mentre al terzo posto Pedroncelli sopravvive con dignità ai festeggiamenti del giorno prima, soffiando comunque per un punto il terzo gradino a Macché La Corte che con una guida composta e senza errori dimostra la capacità di mantenere correttamente i pesi anche se svantaggiato dalla sua notevole statura.

Ottimo il quinto posto di Bertolini, a tre punti in più di Macchè la corte mentre, partito senza grosse aspettative, Beppe Valsecchi, ripresosi dopo quasi tre mesi di stop trialistico grazie ad un primo giro vissuto come allenamento introduttivo, con un giro a 3 punti ed uno a 6 torna in classifica alta e si garantisce così il podio finale della Dilettanti assoluta.

Rizzi Claudio e Rizzi Denny si inseriscono nei primi dieci ai danni di Raschitelli e Stefano Bianchi, di Raschitelli bisogna citare uno splendido terzo giro a soli due punti.

Terza raffica della tempesta cairatese è quella di Delli Paoli, reduce da ottimi piazzamenti nel campionato italiano di classe e perfettamente a suo agio su queste zone blu che sembravano essere state facili solo per lui.

Stratosferico il suo ultimo giro a zero penalità anche su passaggi che avrebbero costretto ai piedi piloti della categoria superiore, se la forma lo sostiene lo vedremo nei rossi l’anno prossimo e siamo sicuri che non sfigurerà.

Bravissimo ed in costante ascesa (anche nelle gare FMI ha dato prova di grande forma) il giovane Azzalini chiude a 33 punti (Delli Paoli aveva finito a 14) con ben 8 punti di vantaggio su Matteo Spreafico già vincitore nella precedente gara, bravissimo comunque a finire a 41.

Meritatissimo  comunque il secondo posto di Azzalini che proprio grazie a questo exploit si garantisce il terzo gradino del podio finale soffiandolo a De Angelis in calo nelle ultime due gare.

Acquistapace è oggi fuori dal podio ma per un punto davanti a De Angelis, a corto di energie per le fatiche organizzative.

Gatti e Borghetti si contendono le successive posizioni giungendo vicinissimi davanti a Macchè, coinvolto in questa gara da vero sportivo anche se convalescente da una operazione alla clavicola finisce senza preoccuparsi della classifica superando anche ostacoli non proprio indicati alla sua condizione.

Sempre presente Dino Poncia, con la sua Sherco non proprio performante ha comunque mostrato agli increduli che dove c’è bisogno di coraggio , come la rampa della zona 6, lui può ancora insegnare qualcosa.

Altro trionfo di Goggia nella massima categoria, vittoria la sua che segue quella del regionale TR2 di 15 giorni prima, contro concorrenti molto blasonati e che se fosse necessario conferma la sua innegabile classe.

Con i suoi 8 punti totali supera di 2 punti Lorenzo Gandola, che ,grazie ad un anno vissuto da professionista con tanto di vittoria nella manche italiana del mondiale 125, ha innalzato ulteriormente il livello rispetto all’inizio di stagione.

Ottimo terzo, Gianoni, autore di uno splendido giro a zero (peccato che le foto ,al buio della zona 5 , non possano mostrare gli ostacoli che c’erano) chiude terzo in gara ma primo nel campionato Trialario 2016, la sua costanza alla fine ha premiato; ne siamo comunque molto contenti considerato che come altri è il lavoro ad occupare la maggior parte del suo tempo.

Gautiero e Codega a 33 punti seguono nell’ordine davanti a Franco Davide, importante per Codega è l’aver limitato il punteggio così da permettere alla sua squadra di conquistare il secondo posto a Lanzo che gli vale la vittoria a squadre.

Si conclude infatti anche il campionato a squadre, con la vittoria in questa gara della squadra “Triangolo Lariano 1” (composta da Gautiero, Spreafico, Raschitelli e Malvestiti) davanti alla squadra “Nord Est Ecologia” composta da Codega, De Angelis, Valsecchi e Noris, quest’ultima però conquista il Trofeo di Campionato grazie alla vittoria di Alcenago.

Per chiarire un refuso, proprio questa squadra non fu premiata in quell’occasione come vincitrice sebbene lo fosse perché erano stati sommati due volte i 10 punti di penalità di De Angelis.

Grande gara e grande festa alla fine, con tortine, affettati, patatine in parte annaffiati da spumante millesimato (mai come in questo caso la classe non è acqua), festa anche per Scalese Jonathan che festeggia nel migliore dei modi i 18 anni con gli amici trialisti, come mostrano le foto, ed estrazione di premi per praticamente tutti i presenti rimasti a festeggiare.

Gara chiusa in festa ma non campionato chiuso in festa perché la festa di chiusura sarà invece il 29 ottobre in località per ora … a sorpresa.

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