Con Primaluna si è conclusa la parte agonistica del Trialario 2024, e una specifica da fare perché la stagione sarà definitivamente conclusa solo con la premiazione alla cena sociale, inteso che i momenti di aggregazione sono parte integrante del trofeo.

Questo è un punto davvero importante, perché questa annata 2024 è stata particolarmente fortunata anche sul piano logistico e celebrativo.

vero che gli organizzatori hanno dovuto impegnarsi in modo ulteriore, perché diventa sempre più difficile trovare supporti logistici che garantiscano adeguati spazi per i festeggiamenti del dopo gara.

L’impossibilità di celebrare le premiazioni in caso di maltempo, ci ha costretto a scartare molte soluzioni agonistiche in località che, a livello squisitamente tecnico, avrebbero offerto zone di sicuro divertimento e spettacolo, ma che non potevano, appunto, garantire il ristoro e il riparo.

Tornando alla gara di Primaluna, svoltasi in una giornata di cielo azzurrissimo, è stata un evento nato con grandi difficoltà, spostato più volte sia di località che di data, ostacolato dal maltempo e dalla mancanza di disponibilità logistica nei luoghi dove era precedentemente prevista.

La disponibilità di una amministrazione comunale molto aperta agli sport (anche perché il sindaco Mauro Artusi, ex atleta nazionale di sci di fondo e cugino del campione italiano di trial categoria junior Attilio Artusi) ha immediatamente acconsentito a concedere il nulla osta per lo svolgimento, sebbene i tempi per organizzare fossero ristretti.

Alla fine la gara è approdata all’agriturismo “Le Trote Blu”, di proprietà del Signor Adriano, non solo imprenditore agrituristico e sindaco della vicina Introbio, ma anche grande appassionato di sport.

Come molti valsassinesi, il signor Adriano era anche praticante di trial nei tempi passati in cui l’importazione della Montesa era affidata alla famiglia Ciresa di cui il compianto Gerry è stato il pioniere per l’Italia del bici-trial.

Come dicevamo, una gara che ha avuto dei natali faticosi ma non per questo ha peccato nel risultato tecnico, anche grazie alla collaborazione del preziosissimo Rodolfo Arrigoni nell’individuazione dei mappali su cui era possibile tracciare i percorsi e nella stessa pulizia delle zone rinforzata dall’aiuto di Claudio Rigamonti e di Flavio Anghileri (dovendosi avvalere dei fari dei furgoni per lavorare al buio).

Il terreno di Primaluna non è particolarmente ricco di ostacoli adeguati per dimensioni alle categorie più alte ma ha dalla sua parte il vantaggio di essere molto vario e allo stesso modo è stata la gara.

Un torrente, dal fondo sassoso e ghiaioso molto mobile, ha fatto da cornice alle prime due zone, dove gli argini si modificano continuamente a causa dell’enorme quantità di materiale portato a valle dalle piogge; nelle successive due zone, il bosco di castagni ha permesso di tracciare zone su sfondo prevalentemente terroso, nella zona 4 con sassi infidi che hanno causato numerosi inaspettati cinque tra i piloti della categoria verde.

Coreografica ma abbastanza agevole la zona 5 nel territorio delle Miniere di Cortabbio, visitabili su prenotazione, che ha ospitato per la seconda volta la nostra gara, dove una fotogenica cascatella ricca di spruzzi bianchi su fondo in roccia, si candida per diventare una classica di questa competizione.

Rara e divertente la zona successiva, un pendio accosto al piazzale della miniera, dove anche la categoria minore ha potuto sfogare la potenza delle moto su una rampa di una ventina di metri da fare quasi a piena potenza, spina nel fianco per uno dei due possessori di moto d’epoca, Moschini alla guida di una Honda RTL 200, che di potenza sufficiente ad arrivare in cima proprio non ne aveva.

Sottobosco con sassi scivolosi, anche nei tratti di raccordo tra un ostacolo ed il successivo, ha caratterizzato le ultime due zone, dove l’impegno era soprattutto diretto a non posare piedi là dove sembrava non esserci grande dislivello, soprattutto per le categorie più basse.

Momento di parlare di classifiche, classifiche brevi proprio perché i numerosi spostamenti di data hanno determinato delle concomitanze con eventi locali precedentemente organizzati.

I 38 concorrenti, come detto, pochi rispetto alle attese, hanno però raccolto maggiori probabilità di vincere i premi in palio, premi, tra classifica e estrazione, di un certo valore, tra i quali stivali Styl Martin, gomme e abbigliamento.

A giovarsi di questa munificenza, ben rappresentata dalla presenza dei referenti ASI del nord Italia, Sante Zaza e da sua figlia Cinzia (conosciutissima da tutti i responsabili di Team affiliati ad ASI per la velocità con cui risolve le difficoltà burocratiche), oltre che dal responsabile ASI piemonte Roberto Cavaglià, sono stati anche i piloti della categoria corrispondente alla dilettanti, su percorso bianco, di cui il giovane Alberto Zucchi, con 12 punti e per soli due zeri in più si aggiudica gli stivali destinati al primo posto di categoria, ai danni dello stesso Flavio Anghileri che aveva collaborato con la tracciatura.

Buon terzo, Davide Azzoni, di solito più a suo agio su terreni più stabili ma anche qui tiene duro risalendo fino al podio.

Al quarto posto, ottima prestazione di Mattero Molteni, dopo una lotta all’ultimo piede con Omar Mascheri, pilota di casa ma non agevolato su questi percorsi, in parte tracciati su terreni vergini.

Nel percorso giallo, Fabrizio Barre tiene duro fino all’ultima zona dopo una gara di estremi nervi, penalizzato di cinque punti alla partenza per una recente retrocessione, si vede costretto a non sbagliare proprio nulla, cosa che sa fare bene con ben due giri a zero punti.

Giusto un punto in più per il valsassinese Roberto Acquistapace, cui l’organizzazione deve la fornitura dei nastri ed a sua volta davanti allo storic driver Augosto Balossi sulla sua mitica Garelli.

Fuori dal podio per tre punti, Bonaventura Axel, si pone a sua volta davanti a Luca Mevio e a Enrico Zucchi.

Giusto una presenza per la categoria epoca, sul percorso bianco, dove la Fantic 300 di De Angelis, con 9 punti totali, ha avuto facile gioco verso la Honda 200 di Moschini, abbastanza svantaggiata in termini di motore sulle rampe che non erano affatto un problema per le moto moderne ma necessitavano di cavalli meno scontati tra le storiche.

Più combattuta la categoria che si è sfidata sul percorso verde, arricchita della presenza di Nobili Gerry e Angelo Piu.

Alla fine della gara è Valerio Fantin ad aggiudicarsi la prima posizione con stretto margine sull’ottimo Riccardo Ciciliani, la cui rapida condotta di gara, unita alla capacità di lasciar scorrere la sua scorpa, ha permesso di conseguire il miglior risultato stagionale davanti a Stefano Leoni, composto e preciso come sempre.

Matteo Zampieri, fedelissimo Trialario giunto da Verona, si aggiudica la classe dei blu sul giovane Strambini, che si cimenta questa volta sul percorso più difficile meritando un secondo posto per la difficoltà dei dislivelli previsti nella sua categoria.

Non ultimo, il momento agrituristico ha fatto da gradito preludio alla premiazione, la polenta taragna, tipica valsassinese mantecata con formaggio stagionato, ha rinfrancato i piloti e soprattutto gli infreddoliti giudici e i segretari di gara, perché, se è vero che il cielo era splendido, tutta la gara era già all’ombra a partire da mezzogiorno.

Si chiude così questo ultimo appuntamento agonistico ma, grazie alla presenza e al supporto di Sante Zaza, di Cinzia e di Roberto Cavaglià per il Piemente, si chiude sotto ottimi auspici per la stagione a venire.

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