La Due Giorni Old Trial di Caglio è andata meravigliosamente a bersaglio nel fine settimana del 15 e 16 aprile, un clima variabile ma a tratti caratterizzato da uno splendido cielo azzurro cobalto popolato dalle classiche nuvolette bianche ha dato ulteriore importanza alla splendida cornice boscosa di questo evento atteso dagli appassionati del trial d’epoca.

Preso atto dell’impossibilità di superare le difficoltà burocratiche che l’altra federazione poneva per autorizzare l’evento con le modalità prescritte e non potendo inserire questa manifestazione all’interno delle gare di Trofeo Asi Trial Antico il Moto Club Canzo ha abdicato la manifestazione al Team Triangolo Lariano, affiliato all’ASI che ha magistralmente diretto le operazioni organizzative.

Encomiabile il contributo di un nutrito gruppo di trialisti che da anni partecipano all’organizzazione di tutti gli eventi anche di livello mondiale che si sono tenuti in queste zone negli ultimi 40 anni (magari alcuni di loro ai campionati italiani dei primi ottanta non c’erano).

Oltre cinque mesi di preparazione del percorso, quintali e quintali di legni caduti e cespugli infestanti rimossi da quello che erano i sentieri ai tempi in cui la popolazione si occupava del territorio boschivo.

Una cura speciale dei numerosi chilometri di trasferimento per impedire ai conduttori di moto d’epoca di scivolare fuori da sentieri in costa rinforzandone i bordi con tronchi orizzontali fissati con paletti in legno.

Questo il grosso lavoro degli appassionati custodi della filosofia del trial d’epoca di Canzo che già avevamo apprezzato soprattutto nella spettacolare gara di Asso svoltasi nel 2021.

Tra il sabato e la domenica il percorso ha raggiunto le vette di tondeggianti crinali con splendide viste su entrambi i lati, apprezzatissime dai piloti inglesi, poco abituati a questo tipo di dislivelli e dai piloti tedeschi.

Tutti impegnativi ma perfettamente accessibili anche alle moto vintage i percorsi per giungere a queste posizioni panoramiche che davano l’impressione di essere sui tetti dei paesi di Asso, Canzo e Sormano nel finale di Domenica.

Specificità di questa gara sono i salitoni a curve nei boschi di faggi e pinete, senza farsi mancare attraversamenti di fiumi e brevi pietraie, sempre comunque puliti grazie al certosino lavoro dell’instancabile team di trialisti locali, impegnatissimi in gara sia come giudici che come moto scopa o tracciatori di trasferimento.

A scanso di esagerare nelle adulazioni anche l’uso delle segnalazioni è stato encomiabile, frecce visibilissime ad ogni incrocio e strisce di rassicurazione durante i percorsi seguendo la miglior logica che un pilota vorrebbe trovare per non rischiare di perdersi.

Dicevamo Mountantrial perché per motivi di classificazione dell’evento non era possibile indicarla come gara ma le zone c’erano e soprattutto per il percorso verde anche lo spettacolo, tanto che i possessori di moto moderne non si sono sicuramente annoiati sebbene per loro gli ostacoli più corposi non dovevano destare in loro le stesse preoccupazioni che per i piloti delle veterane.

Gradevole il clima di amicizia che ha sempre accompagnato i concorrenti, forse anche grazie all’età media che agevola atteggiamenti più filosofici e forse anche per il fatto che il trasferimento più accidentato e più ripido impegna abbastanza tanto da rendere merito soprattutto ai piloti con più capodanni sulle spalle.

Giusto a livello di confronto sono stati citati i piloti che se fosse stata una competizione si sarebbero classificati meglio e c’è stata occasione per applaudire i più abili subito dopo il ricco pasto compreso nel costo dell’iscrizione proprio a lato dell’arena delle premiazioni, ed anche se degli oltre 120 partecipanti solo una piccola quota è rimasta per gli applausi approfittiamo di questo articolo per gli apprezzamenti che i fautori di questo evento di sono davvero meritati.

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