Le previsioni meteo variano, e, per fortuna, il tempo ha inaspettatamente regalato alla giornata di Rogolo un clima non troppo tiepido ma gradevole a sufficienza per la seconda prova del Trialario 2018, e con anche qualche bel momento di sole.
Anche i concorrenti devono aver avuto notizia di questo cambiamento, giunti in 13 in più rispetto a quella di Buglio, hanno raggiunto quota 90 (più 17 minitrialisti).
Cominciamo a raccontare dell’impegno di Andrea Fistolera nella preparazione della parte “fisica” della gara, cioè delle zone.
Una indispensabile partecipazione di Michele e Gabriele, tra l’altro anche impegnati sul fronte della Protezione Civile e quindi volontari sul percorso anche la domenica di gara, ha permesso di liberare l’area collinare vicino al supermercato, accessibilissima dal pubblico.
Liberarla da cosa? Chi ha potuto notare l’altezza dei cumuli di sterpi rovi e ramaglia varia, giusto a lato delle zone tracciate, ha presente l’argomento.
Questo è un punto che deve essere ricordato tutte le volte che un trialista rinuncia al proprio allenamento per mettere il suo tempo a disposizione di una gara da organizzare, a discapito ovviamente della classifica, se il giorno dopo deve correre.
Uno di questi è infatti Maurizio Zugnoni, già impegnato a Colico su questo fronte, ma, seppure solo nel pomeriggio ed a bordo del loro trial, un nutrito gruppo di ragazzi ha collaborato alle segnalazioni del trasferimento, partecipando a loro modo a questa festa organizzativa ed approfittandone per visionare le zone in anticipo.
La tracciatura dei percorsi intendeva soprattutto fornire ostacoli impegnativi a sufficienza pur potendo garantire una percorrenza rapida, in previsione di una affluenza di concorrenti maggiore e nella maggior parte dei casi la tipologia di tracciatura ha raggiunto lo scopo.
C’è stato un po’ di accumulo di piloti in più alle zone 2 e 4, appena più lunghe delle altre per le categorie gialla e verde, e parecchio di più nella zona indoor, che per fortuna era rapida da percorrere a causa del sommarsi dei minipiloti.
Diciamo subito che nelle prossime competizioni di quest’anno non ci saranno più zone in comune tra Trialario e Minitrialario e questo dovrebbe eliminare all’ottanta per cento il problema delle code, con tutto quello che consegue sull’umore dei piloti in gara.
Nella gara di domenica 25, un poco alla volta hanno cominciato ad accumularsi i piloti allo stand della partenza, per le iscrizioni, di fronte era piazzato lo stand del Team Mountain Trial, con il suo presidente Matteo Pozzi intento a distribuire le magliette del team, più verso l’uscita del cortile che il comune aveva messo a disposizione, l’immancabile stand del Triangolo Lariano.
Aveva quasi l’aspetto di una fiera del motociclismo, almeno fino a fine gara dove lo stand del Triangolo Lariano sembra preparato per le degustazioni.
Alla zona uno, per fortuna rapida da percorrere, i primi 30 – 40 piloti sono arrivati e passati oltre senza dover sopportare code, dopo una decina di minuti però alla zona 2, più laboriosa, l’accumulo si è reso consistente ma sempre nel limite di 6-7 minuti massimo di attesa, che mediamente consente di smaltire 10-12 piloti.
Il terreno di queste due sezioni era davvero nuovo e i primi a passare hanno trovato maggiori difficoltà nello scegliere le traiettorie, spesso nascoste da terra morbida mista a foglie (benché rastrellate) e pietrisco mobile, in questo caso si è vista molto la differenza tra i concorrenti che attendono il formarsi delle traiettorie, come Malvestiti e Tavaglione nei “gialli” da quelli che prediligono un rapido svolgimento della gara, scuola Noris e Valsecchi. I punteggi sono indicativi, 8-9-5 e 2-10-2 per la prima scuola mentre 17-6-8 e 18-5-7 per i secondi, che avranno anche fatto il primo giro senza code ma di sicuro, in questa gara, hanno trovato tracciati più sporchi prima degli ostacoli, calcolando poi che per questa categoria il 60% delle difficoltà è rappresentato da curve in aderenza…
Prima di passare alle classifiche va notato che questa gara è stata strana per certi versi, ha premiato molto chi riusciva a mantenere l’assetto giusto perché, in più di una zona, vista l’intensità di alcune pendenze, era facile passare dallo zero al cinque ed a questo si deve lo sconvolgimento delle classifiche rispetto a quello che sarebbe stato prevedibile ed anche l’altalena di punteggi cui molti sono stati soggetti da un giro all’altro.
Il clima generale, anche se un po’ incrinato dall’intoppo della zona indoor che ha causato ritardi, ha rispecchiato il variabile sereno del cielo, con piloti in coda sempre pronti a lasciar passare chi è più in ritardo, invece che la lotta per passare prima cui si è assistito l’anno scorso in altri campionati.
Anche a fine gara, molti piloti lasciati fuori dal podio con il contributo di varie sfortune, hanno festeggiato la premiazione di quelli che li hanno per questa volta battuti, del resto, anche e soprattutto nel nostro campionato sono sempre di più i concorrenti che meriterebbero di essere premiati.
Pochi i premiati nella categoria Pro, due alla partenza, Codega ovvio vincitore e escluso dal FTM Fabio Macchè, comunque bravo a cavarsela sugli ostacoli alti del percorso rosso.
Spettacolare la competizione della categoria Expert dove senza le penalità di retrocessione avrebbe vinto un Delli Paoli più centrato di quello che si era visto a Buglio, ma solo un punto più indietro si concede finalmente il primo gradino del podio Diego Acquistapace, ben motivato dalla Sherco nuova fiammante ed allenato come lo è sempre, l’unico tra l’altro a passare a zero all’ultimo scivolosissimo ostacolo della zona 7.
Nella lotta per il secondo posto la spunta Bertolini, anche lui Sherco, partito già dalla prima zona evitando di fare gli errori visti fare ai suoi diretti concorrenti, gestisce bene il suo entusiasmo e il suo vantaggio.
Al terzo posto, regolare in tutta la gara meno che sulla lastra della zona 4, che non gradiva, Bonvini torna ad occupare il podio che già conosceva nel 2014 ai danni di De Angelis, partito già poco stabile ma esibitosi in una spettacolare caduta alla zona 7 ai danni del ginocchio destro, torna dopo un po’ dopo qualche zona a guidare dignitosamente con un terzo giro a 3.
A pari punti, Cristian Maresi fa le spese del recupero finale di De Angelis, chiudendo comunque quinto davanti a Delli Paoli penalizzato e a Max Gatti. Seguono Acquistapace e Pedroncelli anche loro a pari punti ma più a loro agio sulle zone asciutte che su quelle nevose di Buglio.
Nuovi nomi (tranne il primo) nel percorso verde, dominato meritatamente da Balossi, alla guida di una Garelli bisognosa di attenzioni meccaniche e poco agile rispetto alle cavallette di 30 anni dopo. Altro nome inatteso, il compostissimo Branchini, dimostra come, anche senza lo stile atletico dei giovani come Ghezzi o Venini, la guida ponderata può portare molto in alto in questa affollatissima categoria verde.
Al terzo posto, acclamatissimo dai soci di club, Stefano Bianchi, fin troppo dinamico in altre occasioni, riesce a contenere gli errori giungendo a podio dopo averlo meritato già molte altre volte e perso per eccessiva esuberanza a fine gara.
Ottima anche la prestazione di De Boni, che con il suo quarto posto conferma la validità del suo stile plastico e del suo carattere calmo, lo si era già notato in crescita ma un quarto posto su una categoria di quasi quaranta è senz’altro una notevole sorpresa.
Burci riesce a battere Ghezzi di un soffio e Raschitelli, con la Sherco nuova, si infila in mezzo a questo gruppo di giovani ai danni di Mirko Combi, anche lui per l’occasione in zona alta di classifica. Del successivo pilota, Aldeghi, possiamo dire che è uno dei tre ad aver passato a uno la difficile zona due.