Dopo parecchia fatica è arrivata anche l’ultima gara di Trialario 2019.

Gara che grazie all’interessamento boschivo di Davide Betti, si è svolta in un territorio ancora abbastanza vergine con zone che nessuno aveva mai visto.

Zone che, trovandosi i tracciatori in grande abbondanza di lunghi dislivelli, sono state riempite di rampe.

Molte rampe.

Da affrontare con rincorsa, senza rincorsa, seguendo la linea di pendenza e obliquamente alla linea di pendenza.

Il tutto affiancato da un fondo molto soffice di foglie e di terra abbastanza morbida; un terreno di sottobosco tipico delle gare di trial anni 70 e 80, prima che l’arrivo dei giovani atleti e delle nuove moto sempre più briose generasse nei tracciatori e nei giovani piloti una predilezione per la roccia e gli ostacoli.

E questo tipo di terreno, in occasione di una giornata autunnale tipica ed accompagnata da un tiepido sole, ha permesso di godere di quei dislivelli che hanno reso più spettacolari anche le zone delle categorie più basse.

Cominciando dall’inizio, partenza della gara presso il cosiddetto Parco Spino, racchiuso all’interno di un tornante della strada per la Sighignola, uno dei punti panoramici più famosi d’Italia.

Da li si raggiungevano le prime zone, già molto spettacolari, in meno di due minuti di moto e meno di dieci a piedi, alla base delle vecchie piste di sci di Lanzo d’Intelvi, con coste di bosco e radura che hanno messo parecchio in difficoltà quasi tutte le categorie.

Se per molti piloti questi percorsi erano abbastanza familiari, abbiamo proprio visto che la maggior parte dei partecipanti non è abituata a dosare il gas quando la moto è obliqua rispetto al terreno e, di fronte alle pendenze da affrontare con discreta grinta erano in molti a cominciare ad accelerare quando la moto era già in salita, con l’ovvio risultato di rimanere a metà.

Verso il secondo ed il terzo giro, in molti hanno capito come affrontare le rampe e i risultati sono migliorati.

Ma non per tutti, infatti, a qualche pilota, queste zone non sono proprio piaciute.

Le rampe sono rare, sia nei percorsi di allenamento che in gara, ed è quindi comprensibile che siano in molti a non essere più abituati a farle.

Quello che stupisce è vedere una Honda 200 del 1980 a quattro tempi riuscire a salire sulla rampa della zona 1 che ha fermato parecchi piloti armati di nuovi 300, senza fare nomi non si può nemmeno attribuire il successo alla giovane età dell’esperto pilota.

E proprio parlando di esperti piloti, a dominare questa categoria, grazie ad una ripresa degna di un atleta, è Corrado Garzetti, partito non troppo nel migliore dei modi ma migliorando nel secondo e terzo giro a tal punto da portarsi in prima posizione a parimerito con il secondo classificato ma avendo un notevole vantaggio per gli zeri.

La sua prestazione è emblematica del fatto che, anche i più allenati dei piloti di recente formazione, possono non aver dimestichezza con diagonali e contropendenze.

Senza nulla togliere a questo pilota di esperienza, ma non certo avvantaggiato per caratteristiche di moto e per reattività muscolare, varrebbe la pena di evidenziare che prima di passare ad allenarsi su ostacoli secchi non bisogna tralasciare le curve.

E appunto sulle curve si è giocata questa gara, soprattutto per le prime due categorie, in cui le zone erano tracciate prevedendo di non imporre troppi spostamenti.

Evidentemente anche lui a suo agio con le curve e le rampe, Bellati realizza una splendida prestazione proprio in una delle gare più impegnative benché non così ricche di ostacoli secchi.

Solo per la differenza degli zeri si trova su un altro gradino del podio ma togliendosi la soddisfazione di essersi messo dietro qualche altro mostro sacro di questa combattuta categoria.

Il giovane Bettiga, anche lui partito con qualche problema di affiatamento sulle zone in terra conquista il terzo gradino del podio a discapito dell’ancora più giovane Alietti, quarto davanti a Pedroncelli e Bettega cui alcune di quelle famose rampe sono rimaste sullo stomaco.

Sarà però Pedroncelli ad assicurarsi la vittoria di categoria, meritatissima.

E la prestazione di questa gara garantisce invece ad Alietti il terzo posto di campionato.

A seguire questi piloti troviamo una notevole prestazione di Zugnoni, con soli 2 punti in più dei mostri sacri.

Non lontano dai mostri sacri, all’ottavo posto nonostante la difficoltà della gara, Clara Machiavello dimostra la sua crescita tecnica con ben dieci zone a zero, seppur impensierita dalla difficile zona uno, fatta due volte a zero proprio dal vincitore Garzetti.

Assente in questa classifica un pilota che stava andando benissimo alla partenza e anche lui grazie alla sua esperienza poteva essere un degno avversario di Garzetti, Paolo Borghi, ritiratosi dopo un ottimo primo giro a 14, che lo avrebbe favorito per i primi posti.

Nell’amatori un podio che non sorprende, con Manuel Robba a svettare, ben contento di scaricare a terra i cavalli della sua moto sulle rampe dei boschi di Lanzo.

Assente Svanella che per questa gara si cimenta nelle zone dei blu, Ruffoni pur con la sua guida precisissima non riesce a contenere il brio di Robba, questa volta, ma limita al terzo posto la prestazione di Luca Conti, sempre più soddisfatto della sua Montesa 315 del 2004.

Al quinto posto vediamo Basile, che dall’alto della sua classifica generale guida il gruppo degli inseguitori, Aldeghi, Pradella, Girotti, Malvestiti e Capelli, che in questo caso è anche il leader di Classifica Over ai danni di Strazzari.

solo con questa gara che il fortissimo Paolo Ruffoni si pone in cima alla classifica di campionato categoria amatori, grazie anche ad un allenamento intenso che Basile non può proprio compensare.

Giochi già fatti per la categoria expert, dove Max Delli Paoli si conferma conquistando gara e campionato dove era già primo con incolmabile vantaggio.

Come prestazione, Fabio Macché sarebbe stato secondo a pochissimi punti e con un fantastico ultimo giro a 1 punto, finisce però quinto per le penalità di merito per i passati successi.

La posizione d’onore viene occupata da Ludo Bonvini, che torna a mettersi in luce dopo il primo posto di Piantedo a debutto di stagione.

Al terzo posto, di gara e di stagione si pone Federico Salvagni, che occupando sempre il podio da quando è tornato nella categoria blu risale la classifica fino al terzo gradino.

Il quarto posto vale a De Angelis la conferma di un secondo stagionale mentre dietro di lui troviamo come già detto Macché, appesantito delle 20 e il nuovo Svanella Cristian.

Nuovo è anche Mariani, alla sua prima gara nella expert, che si piazza in posizione decisamente dignitosa ai danni di Bianchini e di Gatti che pur con una moto desiderosa di manutenzione dopo le 1000 ore di utilizzo conclude un ottimo giro a 14 punti dimezzando il primo giro.

Combattutissima invece la categoria pro, in cui nel primo giro le dimensioni degli ostacoli sembrano creare tante difficoltà come mai prima in questo Trialario.

Tuta Montesa e moto Beta per Raffaele Pizzini, che ha dovuto sperimentare il nuovo stile di guida con una moto diametralmente opposta alla precedente in quanto ad erogazione.

bastato però vederlo alla rampa della zona 4 con muro di un metro e 80, salito con grinta e notevole compostezza, per capire che sarebbe stato comunque difficile batterlo.

Vince quindi gara e campionato, per gli zeri sull’altro pilota fedelissimo Beta, Luca Poncia, fresco di vittoria nell’ultima TR3 nazionale.

Al terzo posto invece, il campione TR3 nazionale Micky Ruga, cui ovviamente facciamo i complimenti per il conseguito e meritato risultato, frutto di una crescita atletica ma anche di stabilità mentale, necessaria anche nelle categorie minori del nazionale stante l’approccio professionistico che la federazione impone.

Partito bene sugli ostacoli più spettacolari, ma non fortunato in questa prova di Lanzo, è fuori dal podio Gautiero, mentre alla sua ultima gara con il 125 Luca Ruffoni occupa il quinto posto, mentre Codega decide di salvaguardare l’integrità della sua moto tirata a specchio per la sostituzione e si cimenta sulle zone blu, un po’ facili per quello cui è abituato.

Terminata così la 64^ zona del Trialario 2019 con la Classica festa, cui l’Amministrazione Comunale di Alta Valle Intelvi ha voluto partecipare senza far mancare gli apprezzamenti e le sempre dimostrate disponibilità per nuovi eventi.

Non può mancare il ringraziamento per l’ospitalità dello Staff del Parco Spino, che, nella cucina tutt’altro che improvvisata seppur di ridotte dimensioni, ha saputo organizzare il pranzo per piloti, familiari e staff organizzativo.

grazie a questo pranzo servito giusto un oretta prima del brindisi, che i dolci preparati dai professionisti del luogo e dalle apprezzabilissime pasticcere mamme del minitrial hanno potuto essere gustati senza che sparissero in un momento sotto l’onda della fame post gara.

Se questo riuscitissimo Trofeo si è concluso con un rinfresco è anche perché non è ancora concluso del tutto, se riusciamo a bissare lo scorso anno, anche la cena di fine stagione (a breve faremo sapere luogo e orari ma cominciate a prenotarvi) sarà altrettanto spumeggiante come lo sono state molte delle gare del 2019.

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