Ancora lusingati per la pioggia di apprezzamenti giunti dopo l’organizzazione del trofeo TATA di Mandello, i componenti del Team organizzatore del Trialario si sono messi al lavoro per sviluppare sul territorio di Rogolo questo primo appuntamento agonistico dedicato alle moto di ultima generazione.
L’attesa per sfoggiare nuovi veicoli ancora e sempre più performanti doveva essere molta, dato che all’arrivo degli organizzatori verso le ore 8, nello spazio dedicato all’installazione dei paddock si sono trovati dei piloti ancora più mattinieri intenti a preparare le loro moto.
Rogolo si è rivelata vincente anche grazie alla disponibilità del Sindaco e alle indicazioni del Vicecomandante della Polizia Locale di Morbegno che hanno snellito le pratiche necessarie ahinoi sempre meno agevoli in molti casi.
Provvidenziale il contributo di Andrea Fistolera per l’individuazione di nuovi spazi dove tracciare le sezioni controllate che hanno permesso ai trialisti di trovarsi su una gara con un trasferimento più esteso e più simile a quello tipico delle gare di parecchi anni fa, con un lungo sentiero fangoso a tratti in un canale di scolo pavimentato in ciottoli dai maestri costruttori degli anni passati.
Molto intenso comunque l’impegno dei due tracciatori per la preparazione di percorsi controllati e trasferimento, che li hanno costretti ad impegnarsi nei due giorni precedenti la gara, con il supporto di Rodolfo Arrigoni che per fortuna ha messo a disposizione la mattina del sabato.
Sulla calibratura del livello di difficoltà, come sempre, il Barte ha consultato le previsioni qualche decina di volte, previsioni che più o meno hanno consentito di non fare grossi errori sulla tracciatura, già orientata ad una gara bagnata ma poi ulteriormente adattata in seguito al temporale che nella notte del sabato ha imperversato facendo anche volar via qualche bandierina.
Gli organizzatori erano anche incerti sul numero di partecipanti, inficiato senz’altro dalla concomitanza con una gara di Regionale fmi piazzata proprio su questa data benchè il calendario Trialario fosse già pubblicato da tempo…
Molto vario il percorso in termini di ostacoli, due spettacolari zone in un torrente hanno richiamato un pubblico nutrito nella mattina, proprio all’inizio della manifestazione, quando il sole accendeva ulteriormente i colori vivaci delle tute dei piloti.
Le motociclette si avvicendavano su questo tratto di cascatelle incorniciato da argini in sassi ed erba in parte verde intenso in una cornice accessibile proprio sopra lo spazio riservato al minitrial che ha visto una combatuttisima lotta tra i 15 minipiloti partecipanti.
La terza zona era molto simile a quella già vista nel 2018, e al tempo vigilata dal compianto Carlo Crippa, con rampe in terra e foglie che permettevano di aprire il gas almeno un po’ di più, anzi con le potenze attuali, per i trecento, metà del gas è più che sufficiente.
Impegnativa per tutte le categorie, la zona quattro proponeva delle curve in terra ed una serie di rocce sconnesse che, appena coperte di uno strato di fanghino, hanno dato fastidio soprattutto alle categorie minori.
Curiosamente erano proprio quelli che acceleravano di più sullo sconnesso ad avere più difficoltà, mentre si vedevano i piloti con più malizia passare come fosse asfalto con delicatissimi colpetti di gas e morbide pressioni sulle pedane.
Più guidabile ed agevole la successiva zona in un canale terroso alternato a sassi che ha comunque raccolto penalità in tutte le categorie tra chi non indovinava i momenti in cui gasare e caricare.
Ma le zone più ostiche sono state le ultime tre, ci si aspettava che il sole della mattina le avrebbe asciugate ma… il bosco ed il poco fango che già c’era, spalmatosi sui sassi, hanno avuto la meglio. Molti dei concorrenti infatti hanno dovuto cedere alle ultime zone i punti che avevano faticosamente recuperato facendo bene le prime.
Si sta comunque parlando di zone in cui i passaggi a zero si sono visti per tutte le categorie ma che, escludendo le prime tre, non consentivano ai meno esperti di ripetere i passaggi netti a tutti i giri.
Infatti, classifiche alla mano, la differenza tra i punteggi migliori e quelli dei piloti di metà classifica era sensibile, segno che il livello di tracciatura non doveva essere inasprito.
Grande e visibile ritorno in vetta per Roberto Acquistapace, noto ai montesisti per il suo impiego presso l’importatore.
Per gli appassionati di vecchia data è un nome non nuovo ed associato alla crescita professionale di Pietro Agostoni, con cui si allenava spesso, fino a lasciare l’agonismo dopo considerevoli risultati mentre il suo compagno di training proseguiva il suo percorso agonistico fino ai vertici della massima categoria.
Sicuramente risarcito della deludente presenza alla gara di Regionale troviamo Agostino Tavaglione, a pari punti col primo e che in realtà vedevamo sfavorito su questo tipo di zone più sconnesse di quelle dove si allena.
Evidentemente il suo livello di preparazione di quest’anno, e con zone tracciate con maggior criterio, gli ha permesso di dimostrare il suo bagaglio tecnico di fronte ad un agguerrita e più giovane schiera di avversari.
Ben preparato dalla Fisto trial school e molto più atletico dei suoi avversari (per questioni anagrafiche) il giovane Denti si afferma al terzo posto ai danni di Matteo Molteni.
Complimenti anche a Matteo che, anche questo inaspettato, ha sbagliato pochissimo sul terreno viscido e sappiamo che il tempo dedicato alla splendida Due Giorni di Caglio non gli ha permesso molto allenamento.
Compressi in soli due punti troviamo poi Sterni, Garzetti e Raschitelli.
Nuovo alle nostre gare il primo dei tre si avvicina al podio già nel debutto e noti alle nostre classifiche i due seguenti nomi.
Facciamo gli auguri a Mauro Raschitelli di proseguire così visti i problemi alla spalla che lo hanno costretto a rinunciare a parte delle sue capacità acrobatiche.
Più regolare nella progressione dei totali il caso della categoria amatori in cui i primi quattro piloti, tutti di notevole levatura e con esperienza nella categoria più elevata, hanno terminato a 5, i primi due (Luca Mevio e Marco Vitari) ed a 6 Salvagni Maurizio (padre di Federico che per quest’anno ha lasciato le vesti di seguidor per indossare quelle di pilota) e Augusto Balossi sulla mitica Garelli.
Più umano il punteggio di Rocco Parolo, comunque basso, ottimo quinto con 12 punti dopo un fantastico giro a zero proprio mentre i suoi avversari peggioravano nell’ultimo giro.
A completare le prime dieci posizioni troviamo Scaramella, Gerosa, Taruselli al debutto con ottime prospettive, e un Vaninetti che cede tre punti proprio all’ultima zona.
Ottima prestazione nella categoria expert per Cristian Maresi, seguito da tutta la famiglia a bordo zone in questo suo meritato primo posto.
Lo abbiamo visto molto preciso e composto nei movimenti, molto più delle precedenti annate, cosa che sui sassi scivolosi ha evidentemente fatto la differenza, infatti pone le basi per una stagione di rilievo.
A podio in questa gara di Rogolo troviamo il veronese Squaranti junior, anche lui giovato da questo tipo di tracciato in cui le zone guidate sono state privilegiate agli ostacoli secchi con partenze da fermo.
In terza posizione recupera la gara Stefano Leoni, partito molto composto e regolar,e rischia di buttare via tutto al secondo giro, forse per un cedimento fisico dovuto alla lunga convalescenza da frattura al polso.
Con ben 19 punti, limita però i danni al terzo giro soffiando il terzo posto a Rognoni, solo due punti dietro.
A seguire troviamo invece il bentornato e dinamico Nicola Casari, Squaranti padre (che ancora può dire la sua in mezzo ai giovani nonostante la differenza di età) e una nostra vecchia conoscenza, Mauro Pomi, che diventati più grandi i figli trova il modo di riavvicinarsi alle corse con altri simpatici amici premanesi.
Sette i piloti nella categoria Pro, con un precisissimo Salvagni che non teme nè sassi scivolosi nè spostamenti nei punti più complicati, fin troppo facili per lui le zone di Rogolo grazie alla preparazione accumulata negli ultimi due anni, vince con 6 punti totali.
In seconda posizione ecco Fabio Macchè con 18, sempre bravo e dinamico ma non al suo massimo della forma in questa gara di Rogolo.
Solo due i punti in più di Macchè per De Angelis che trova un ottimo feeling con la TRS su queste zone scivolose (in effetti tre TRS sul podio).
Ottimo per Ciciliani il debutto nei rossi, quarto con 37 punti si prende una piccola rivincita su Macchè la Corte che lo aveva battuto nel campionato precedente in categoria Expert.
Discorso a parte per la Superpro dove Luca Ruffoni sembra aver recuperato una forma notevole tanto da fare con disinvoltura molte delle zone fangose anche con ostacoli di rilievo.
Il suo totale di 35 gli basta per soffiare il primo posto a Zampieri che chiude a 40.
Incredibile l’intervento sulla moto di Zampieri di Simone Cattaneo (meccanico e organizzatore dello stand di ricambi ed assistenza ai piloti) che, segando una parte di un punzone ricostruisce una chiavella (parte in acciaio a forma di semiluna che permette all’albero motore di rimanere accoppiato con il volano) della sua Gas Gas.
Rimontato il motore, Zampieri, che si dava per ritirato, torna in gara e riesce a stare davanti a Cristian Svanella sempre spettacolare e funambolico da osservare in zona.
Ma in quanto ad interventi sulle moto, il “Catta” ha permesso ad altri due piloti di rientrare in gara dopo altrettante forature, Menegolli e Squaranti.
Coincidenza, tutti e tre facevano parte della squadra di Verona, poi si dice il caso… ma il caso non esiste.
Peggio è andata a Malvestiti, che ha nell’ordine rotto un supporto pedana e piegato un ammortizzatore, saldato il telaio grazie ad un’incredibile apertura domenicale del meccanico Fistolera e raddrizzato l’ammortizzatore dopo una successiva caduta non ha potuto evitare il fuori tempo massimo.
Giusto il tempo di iniziare le premiazioni e… il previsto temporale arriva ad avverare i pronostici, fortunatamente senza interferire con una gara svoltasi secondo i migliori auspici, forse ce la siamo meritata questa fortuna, anche se si sa, audaces fortuna iuvat.
Ciao a tutti e alla prossima !