Alla ricerca di ostacoli per i boschi sopra Carlazzo, i trialisti del team mountain trial hanno scovato molto materiale tecnico in luoghi abbastanza poco frequentati, dovendo però fare parecchia fatica in alcuni casi come gli esploratori a caccia di templi nella penisola dello yucatan. E così ecco comparire zone come la tre, una splendida valletta che riassume quasi tutte le casistiche di ostacoli del trial amatoriale (tranne le rampe), dal muretto in pietra alle curve con radici o su lastra o la terribile salita con sassi più o meno grossi, e più o meno, ma soprattutto meno, stabili, zona che fino a che non si è pulita dai sassi più piccoli non dava indicazioni su quale fosse la traiettoria che permetteva un movimento “dignitoso” della moto in avanti. Belle e coregrafiche anche le zone sei e sette, con il fondo più tipico della pineta, molto mosse e varie negli ostacoli, con un’attenzione notevole anche per le categorie alte, purtroppo non premiata dalla presenza dei pochi piloti. In quell’angolino c’erano dei bei pezzettini di alta scuola, curve rampette e lastre. A titolo celebrativo ecco un indoor ricchissimo di materiale che terminava con un vero galeone verso il quale il trialista andava all’arrembaggio per il termine della zona.
Largo spazio è stato dato a pochi minitrialisti, che hanno avuto a disposizione zone curate quasi come campi da golf e tutti in zona protetta vicino al ristorante La Rotonda, tanto spettacolari che i trialisti adulti si sono messi a guardare quelle pensando fossero le loro, e trovando le gialle un po’ troppo esigenti.
Il tempo, tutto sommato ha tenuto, niente pioggia e purtroppo un po’ poca luce rispetto a quella necessaria per fare delle belle foto nel fitto bosco.
Per ciò che riguarda il livello delle zone pare che si sia riusciti ancora ad azzeccare la formula, chiaramente premiata l’esperienza di chi ha conquistato le prime posizioni, la gara era progettata per evitare che bastasse un 5 a tagliar fuori dalla classifica e così sembra essere stato se si esclude la lotta per i primi posti nella categoria dilettanti.
Una sessantina i piloti che sono arrivati in questa località abbastanza sconosciuta e nascosta alle consuete vie di comunicazione, se, come molti hanno chiesto durante la stagione, l’aspettativa era quella di trovare zone non pericolose ma difficoltose al punto da meritare un impegno per ottenere lo zero, l’aspettativa è stata soddisfatta.
Gli ostacoli c’erano un po’ per tutti, i punteggi lo dimostrano e anche l’impegno dei piloti è stato intenso al punto che quasi tutti, alla fine, sono riusciti a superare bene anche le zone più toste.
A fine stagione i piloti rimasti diciamo che sono quelli più allenati o comunque più avvezzi al mondo delle gare, dispiace quindi vedere alcuni bravi piloti in fondo alla classifica, ma così è, anche gli ultimi posti devono essere occupati e in questi casi la classifica non è indicativa del livello tecnico.
Parliamo per esempio di Permunian che interrompe la convalescenza per essere dei nostri anche con un passaggio a zero sul galeone e un dignitoso giro a 17 punti o di Azzi, parecchio sfavorito dalla sua abitudine di partire presto e finire altrettanto presto; questa era infatti una gara dove qualche lastra diventava scivolosa al passaggio delle moto, ma alcune zone come la 1 e la 4 erano troppo piene di sassi instabili per essere gradite anche ai primi piloti.
Rimanendo in categoria dilettanti, dopo il non brillante risultato dei Resinelli, Tavaglione ha promesso che si sarebbe allenato per un giorno intero al Battù, la molteplicità degli ostacoli e la sua esperienza nella scelta delle traiettorie ha dato ragione alla sua preparazione.
Approfitta perciò del 5 all’ultimo giro che tradisce Borghi alla zona 4 (dove era stato uno dei migliori nei primi due giri a 1, ma non si può essere sempre al massimo) per confermare il suo primo posto in classifica.
Appena tre punti in più un altro maestro delle curve in traiettoria e dei pesi sulla pedana esterna, Malvestiti porta un’altra bella prestazione ad arricchire questa sua ottima stagione.
Podio quindi da 170 anni in totale, che sarebbe più comprensibile su una gara molto facile, invece, su una gara così, ancora maggior merito a questi magici piloti.
Fuori dal podio ma bravissimi entrambi, padre e figlio Arrigoni, entrambi su Montesa, rimangono staccati di una manciata di punti insediati dalla tenacissima Clara, che nelle ultime gare ha mantenuto un livello ed una concentrazione di cui deve essere decisamente soddisfatta.
Altra categoria dove il livello delle zone è stato volutamente tenuto alto è stata la dilettanti, dove però il solito Macchè la Corte ha ancora una volta dimostrato come sia già pronto per le zone blu, vincendo alla grande con largo margine.
Dietro di lui i concorrenti hanno giustamente impiegato più punti per superare ostacoli più impegnativi del consueto (a parte i fangosi Resinelli).
Luca Conti, già campione dilettanti, conquista il secondo posto con 21 punti mentre la lotta per il terzo posto favorisce di un solo punto il più metodico Burci, pilota di casa impegnato fino alla sera prima per il percorso rispetto al funambolico Bianchi, finalmente nella zona di classifica che si merita. Torna in zona alta di classifica Capelli, addirittura al quarto posto davanti ad un Rizzi più avvezzo a percorsi indooristci. I punteggi vicinissimi portano Mevio e Acquistapace davanti a Raschitelli.
Primo posto di diritto per Fabio Macché, l’unico a dimostrare di poter restare sotto i dieci punti al giro, anche lui ha dovuto fare i conti con il sassi della zona tre e le sue tremende rincorse con fondo semovente, uscendone sempre a tre.
Inatteso ma meritato, Foiadelli mantiene una stabile condotta di gara passando dai 23 punti al giro a 11, contro i 15 dei suoi inseguitori; si installa sul secondo gradino lasciando Bianchini e Maresi a contendersi il terzo posto.
Non ce la fa Max Gatti ad andare più su del 5° posto, pur con l’ottimo giro a 18 punti cede di soli due punti rispetto a Maresi che recupera alla fine con un giro a 14.
Poca storia per la categoria Pro, Ruga è in cospicuo vantaggio al primo giro ma, al trampolino della zona 8 (quella del galeone) rompe gli attacchi dei leveraggi del mono dicendo addio alla gara che aveva contribuito a organizzare. Primo Codega di nuovo, e fine.
Però, quelle zone che non erano riusciti a fare bruciavano troppo ad alcuni piloti, e quindi parecchi sono partiti per il quarto giro, giusto per vedere se usciva qualche zero e crearsi un po’ di appetito in più per il pranzo alla Rotonda: 3 tipi di Polenta con selvaggina e torte della casa a prezzo convenzionato per i piloti.
La festa si chiude con fuochi d’artificio, Sparati nell’ora del tramonto davanti al galeone,che simboleggia la grandezza della giornata e l’originalità di questa gara organizzata con passione e fantasia dal gruppo Mountain Trial.