La storia di questa gara dalla preparazione sofferta parte da lontano.
Cominciamo con il dire che la gara era già stata autorizzata con tanto di permessi per il 26 marzo, data in cui la FMI ha poi sovrapposto una gara di Campionato Regionale che all’inizio non era prevista.
Avuto un nuovo benestare per il 10-11 giugno da parte dell’Assessorato allo Sport del Comune di Valmadrera sono entrati in campo i due personaggi che di questa gara sono stati artefici ed esecutori.
Nella parte di maestro Jedi armato di decespugliatore laser, Augusto Bartesaghi si è fatto strada su diversi campi di battaglia affollati di nemici muniti di armi acuminate (robinie e rovi) grazie al supporto dei due apprendisti De Angelis e Orazio Bonacina, che, lame alla mano, intervenivano sugli infestanti dal tronco più robusto.
Dopo una decina di giorni di lavoro sul percorso, interrotto solo dai nubifragi di settimana scorsa, immancabilmente accompagnato dalla preparazione delle autorizzazioni (Comunali, provinciali, soccorsi etc.) la squadra dei pontieri (Gigi Rusconi, che è anche giudice) ha realizzato le due passerelle che permettevano il superamento delle cascatelle sul trasferimento nel fiume, portando sul posto quasi 3 quintali di tavole, poi da smontare e riportare lungo il torrente a mano verso la strada con l’aiuto di Angelo, altro giudice.
L’accesso ad alcuni spettacolari passaggi era possibile solo aggiungendo altri supporti logistici, quindi grande uso di tavole e bancali per le zone 1-3 e 5, ma se non si fosse fatto così avremmo dovuto rinunciare ad alcuni ostacoli di vera soddisfazione.
Infatti, come già in passato, Valmadrera è caratteristica per la dimensione degli ostacoli; potendo contare su rincorse abbondanti e ben raccordate, ci si può permettere di aumentare i dislivelli da affrontare, anche per le categorie che di solito non trovano nulla del genere.
Per i piloti che hanno avuto occasione di dare un’occhiata alle zone il giorno prima, questa ricognizione è stata causa di non poche preoccupazioni, soprattutto per quelli della categoria Expert.
A conti fatti, invece, in questa gara i piloti expert hanno sfornato un gran numero di passaggi a zero, ma, solo dopo aver capito come fare queste zone.
Seppur in minor misura, i concorrenti della categoria dilettanti, che provenivano dalla già difficile zona 1 (dove le difficoltà consistevano in una serie di sassi d’argine da affrontarsi in sequenza di curve strette) sono rimasti colpiti dalla dimensione del muro finale della zona due, composto da 70 cm di invito in terra più altrettanti di cemento, e successivamente anche da un altro muro in cemento alla spettacolare e quasi quasi indoristica zona 5.
Solo dopo averli fatti si sono resi conto che non erano affatto quelle le difficoltà della gara, che infatti si è dimostrata tecnicamente meno impegnativa delle precedenti ed i punteggi più bassi come conseguenza.
A dare un forte contributo alla fatica che i piloti hanno dovuto sostenere per giungere alla fine ci sono stati il caldo e i 400 metri di torrentello di trasferimento.
Quello che 30 anni fa sarebbe stato solo un pezzo del trasferimento di una gara normale, e che per non lasciarsi stancare troppo richiede una guida concentrata e molto plastica con frequenti curve in appoggio, ha effettivamente, complice il caldo, messo in crisi molti piloti non avvezzi a quella guida.
Il fatto che l’affluenza al banco di partenza fosse leggermente inferiore al previsto ha ridotto il tempo di permanenza in gara anche se alcune delle zone avevano uno sviluppo decisamente più lungo di quello che c’era in altre gare.
Terminando presto ed ancora sotto il cocente sole di giugno, la maggior parte dei concorrenti ha perciò potuto godere delle comodità della “location” di partenza, l’Oratorio di Sant’Antonio di Valmadrera, eccezionalmente aperto al parcheggio per i veicoli dei concorrenti e che ha contemplato servizio Bar con torte fatte in casa, panini e ristoro comprendente primo, secondo di affettati, formaggi e insalata di pomodorini e mozzarelline e fetta di torta.
La premiazione, per concludere una giornata già cominciata in modo spettacolare grazie alle zone, ha potuto arricchirsi di uno scatolone di omaggi offerti dalla Ditta Angelo Bergamasco di Annone Brianza, ben rappresentata dal pilota Luca Valsecchi.
Anche se non è più come anni fa frequentatore del podio, comprensibilmente a causa della problematica che affligge il suo ginocchio, ci tiene ad esserci a prescindere dal risultato e questa volta a gratificare ulteriormente giudici e concorrenti con attrezzi da giardino, spray per catena, falcetti e pinze da officina.
Per quanto si debba dire che ormai la qualità dei concorrenti è altissima, sia come educazione e fair play che come capacità di guida, i complimenti andrebbero fatti a tutti i piloti, anche a chi, baciato dalla sfortuna ha dovuto ritirarsi.
Meritevoli di complimenti sono anche alcuni piloti della categoria blu che, pur non avendo dedicato molto tempo all’allenamento, hanno affrontato, alla fine con successo, i non trascurabili muri e roccioni di cui Valmadrera è munifica.
Non da dimenticare il ritorno alle gare di Ezio Permunian che porta a compimento questa gara dopo la lunga convalescenza a seguito dell’intervento subito, e che a Cremia non gli aveva consentito di arrivare in fondo.
Data la compromissione del suo livello atletico diciamo che se c’era un pilota che poteva essere impensierito dalle difficoltà poteva essere lui, che invece ha poi risolto brillantemente i muri più alti.
Un problema che poteva costringere l’organizzazione ad escludere una zona è stato quello della mancanza di giudici.
Rimasti senza due dei giudici classici, impegnati in un raduno commemorativo alla memoria di Franchino del Motoclub Olginate e per l’indisponibilità di altri due, lo svolgimento di tutte le zone è stato salvato dal gradito ritorno di Giuseppe Valsecchi (omonimo del pilota ma qui giudice alla zona 5) che dal 2002 al 2012 aveva sempre fatto parte dello staff organizzativo e dalla famiglia Corbellini, che si è messa a disposizione per la zona 2, nonché dal rugbista Alessio, che dopo aver montato gli stand di partenza e predisposto i pc ha fatto il giudice alla zona 1 per poi tornare a finire la parte logistica di fine gara, anche per lui giornata nostop.
Altro personaggio nostop, dopo le fatiche organizzative per fortuna coadiuvate dalla Santadonna sua compagna che si è preoccupata (con l’aiuto di due efficientissime amiche) di organizzare tutto ciò che riguardava l’alimentazione dei piloti, De Angelis, scattate le prime 80 foto ha iniziato la gara nei pressi di mezzogiorno, col fresco e nel’ultimo giro il resto delle foto.
C’erano tutte le prerogative per una prestazione menomata dalla fatica e invece conclude un’ottima gara con pochissimi errori.
Non è però bastato: uno straordinario Fabio Macché persino dopo un 5 al roccione della zona 2 stringe i piedi sulle pedane e non sbaglia più fino a fine gara, vincendo meritatamente per la discriminante degli zeri a pari punti con De Angelis e rovescia la situazione di Cremia battendo in casa il suo collega e organizzatore, sebbene le zone fossero da lui tracciate.
Al terzo posto Marco Vitari non molla il podio, dopo aver fatto nel primo giro un po’ di errori non tipici del suo livello si esprime in uno splendido giro a due punti totali.
Grande lotta per il quarto posto, premiato l’impegno di Cristian Maresi, che svetta sugli impegnatissimi Gatti e Bianchini, tutti e tre su Montesa 4 tempi.
Dei piloti che, allenandosi molto poco, hanno potuto recuperare la giusta grinta al terzo giro, Beppe Valsecchi supera Giorgio Del Pero grazie ad un ottimo giro a 12 punti, che vuol dire aver superato a zero lastre e muri di un paio di metri.
Mantiene con onore la residenza nella categoria expert, Dino Poncia, con una Sherco che, in gare come questa, patisce la sua età sugli ostacoli più alti.
Ultimo “d’ufficio” Teo Spreafico sarebbe invece arrivato comodamente terzo senza le consuete penalità aggiuntive a causa del podio finale dello scorso anno.
Podio della categoria Pro contraddistinto da un consueto Goggia, per nulla impensierito dalle zone dove però ha dovuto mettere impegno e la sua dose di funambolismo oltre a dedicarsi alla trasmissione delle sue conoscenze al giovane Azzalini, un po’ meno a suo agio sulle più ostiche e terzo alla fine.
Sul secondo gradino Valerio Codega, staccato dal Sonny ma non impensierito dai parziali di Azzalini.
Anche per il vincitore di questa classe un benvenuto idrico come già si era verificato nel podio della amatori.
Podio infatti bagnato con spettacolo di giochi d’acqua messo in campo dai ragazzi di Piantedo (gli animatori della cena di Pietramurata) per la categoria verde, il più corteggiato da questa serie di gavettoni Pedroncelli, che alle spalle di un regolarissimo Macché La Corte, conquista il secondo gradino ai danni di Acquistapace in questo tracciato verde, alla fine risultato parecchio più facile di quanto previsto.
Alcune novità nella categoria dilettanti, non nel vincitore però, l’altissimo Arrigoni si mantiene stabile in prima posizione. Recupera i vertici invece Tavaglione, partito fuori dai primi rientra in lizza grazie ad un giro a zero punti infilandosi tra il primo ed un altro Valsassinese, Franco Manzoni inamovibile dalle pedane quando le zone permettono il guidato ma anche lui tradito dall’insidioso traverso contropendenza in cemento della zona 8.
Da menzionare la messa in fuori gioco di due piloti che avrebbero lottato per la terza posizione, Alborghetti su Montesa 315 del 2000 che, retrocesso dalla verdi gira a 19 punti totali (+ 20 di handicap) e Azzoni, che nelle prime 15 zone era a 11 punti totali ma che si ritira con la catena avvoltolata sul pignone.
Al limite del podio finisce Garzetti, recuperati un po’ di punti dopo aver capito come affrontare queste zone non proprio adatte al Fantic 240, ma tradito da una traiettoria dove c’erano dei concorrenti mette quei piedi in più che lo privano della lotta per il podio.
Bravissima anche se un po’ arrabbiata alla fine della gara Clara Macchiavello esordisce con un primo giro addirittura due punti in vantaggio su Tavaglione, l’impegno dovuto al caldo e ad un trasferimento che non premiava la differenza di muscolatura gli causano però un calo fisico, le rimane la soddisfazione della parte alta della classifica.
Come già accennato la fine della gara ha avuto come degna cornice l’oratorio e le comodità offerte, tra cui l’apprezzatissimo pasto preparato dalle due bravissime cuoche che già avevano dovuto sfamare una sessantina di giovani impegnati in una maratona di sport di squadra di 12 ore, tutto nella medesima ed apprezzata location.
Sperando di ripetere il successo, per lo meno a livello organizzativo data la concomitanza con una movimentata festa locale, ci vediamo il 9 luglio a Valbrona, dove la quota più elevata dovrebbe contribuire ad avere un po’ di fresco a dispetto del solleone.