Sembra proprio essere stata un successo l’idea di utilizzare la neonata area trial di Cortenova per il debutto del Trialario 2015.
Sebbene la disposizione degli ostacoli sia, al momento, pensata per consentire l’allenamento dei piloti delle categorie tr1 e tr2, la tracciatura del percorso per questa riuscitissima prima manche del trofeo trialario del 2015, ha piuttosto presentato il problema dell’imbarazzo della scelta, tante erano le possibilità di percorso per ogni categoria.
Consapevoli di dover tracciare sezioni da percorrere in un tempo piuttosto breve, noi tracciatori sapevamo essere necessario concentrare le difficoltà in modo da fare comunque un po’ di selezione anche su zone relativamente veloci.
I molti piloti nuovi, nuovi davvero per essere appena entrati nel mondo delle corse, e quelli già navigati ma un po’ rallentati dalla pausa invernale, si erano trovati spesso d’impaccio su passaggi tecnici abbastanza rari.
La necessità di ricorrere a tecniche di guida, che di solito non vengono utilizzate da chi ha cominciato a guidare negli ultimi anni, aveva creato parecchie difficoltà soprattutto ai piloti delle categorie verde e gialla.
Nel corso della giornata però anche i neofiti delle gare, inaspettatamente per i tracciatori, hanno inanellato parecchi passaggi a uno e a zero, sicuramente con grande soddisfazione per loro, visto che per scelta nessuna zona è stata tracciata per consentire un facile zero.
Per quanto si pensasse di tracciare dei percorsi relativamente semplici, soprattutto per le categorie Blu e Rossa, la breve distanza tra gli ostacoli costringeva ad una precisione di guida che ha reso le zone più selettive del previsto.
Per alternare questa caratteristica più tipica delle zone tracciate sull’area trial, tre delle zone tracciate sul naturale sono state disegnate per privilegiare un stile guidato, in modo che non fosse necessario ricorrere agli spostamenti.
In particolare la zona 1 (che poteva però anche essere percorsa dopo aver fatto le altre) contemplava il superamento di una rampa di circa 10 metri di lunghezza, con partenza in curva e circa 15 per rossi e blu; si trattava di una sezione con quasi 80 metri di percorso, ma molto fluida, infatti non ha mai creato code di attesa per la partenza.
Eh sì, perché i motivi per avere code c’erano eccome. Alla partenza, esclusi i minipiloti, si sono presentati in 105, che in effetti, divisi per 8 zone fanno 13 piloti a zona (potendo invertire la sequenza di esecuzione), ed invece, per fortuna solo le zone 4 e un po’ la 5 e la 6 hanno costretto ad un attesa massima di 15 minuti (quando alla zona 4 si sono sommati i piloti di primo e secondo giro), ben poca cosa rispetto alla compagine brianzola di apertura della stagione del 1 marzo dove in più zone i tempi di attesa avevano superato la mezz’ora.
I piloti, nuovi e meno nuovi, sono comunque riusciti a gestire il tempo a loro concesso e, di fatto, anche senza ricorrere all’allungamento dell’orario di gare previsto in caso di raggiungimento di 110 partenti, non ci sono stati episodi di FTM. (l’unico riportato in classifica è un pilota ritirato che non ne ha dato comunicazione in segreteria che oltre ad aver causato ovvi problemi alla direzione di gara preoccupata di dove fosse finito ha subito la inevitabile squalifica FTM)
Attenzione comunque, per i concorrenti più competitivi, a non abusare della pazienza dei piloti in coda. Al trofeo trialario sono proprio pochi a manifestare questa cattiva abitudine e proprio per questo, oltre ad essere richiamati ufficialmente, rischiano di essere ricordati per il fastidio che danno, prima ancora che per le loro capacità. Già in passato, piloti comunque di buona levatura e parecchio conosciuti per i loro risultati, sono ricordati tra chi correva con loro per la loro disponibilità alle scorrettezze.
Superato lo scoglio delle iscrizioni, i piloti si sono sparpagliati per il percorso dovendosi riparare da una temperatura non proprio tipica di aprile inoltrato. Molte delle nuovissime tutine, vivaci e coloratissime, sfoggiate dai team grazie alla generosità dei loro sponsor, sono state coperte da giacche a vento meno vivaci ma necessarie a difendere da una brezzolina fresca, gradevole solo se si è ben coperti.
Nel percorso giallo, molti concorrenti hanno provato la sensazione di sentirsi inadeguati, non riuscendo a capire in che modo superare passaggi quasi senza ostacoli ma insuperabili a meno di avere la giusta distribuzione di peso sull’assetto della moto.
È stato così anche per Vittorio Bonfanti, portacolori del Fast Team sezione Trial, come altri piloti molto contrariato da alcuni suoi errori, al punto di prendere in considerazione il ritiro, ed invece ha deciso di portare a termine la gara e riprendendo zona per zona il controllo della sua repsol con sempre maggior padronanza ha terminato la gara ritrovandosi nientemeno che al primo posto.
Si impone quindi su Errante, ottimo nuovo ingresso nelle gare uisp e su Tavaglione, che già l’anno scorso aveva calcato diversi podi del trofeo.
Anche se escluso dalle prime posizioni per le penalità “guadagnate” con le vittorie dello scorso anno (non avendo accettato la promozione d’obbligo), non si può non menzionare Giuseppe Noris al quale sono state necessarie ben 22 penalità extra per tenerlo lontano dalle prime 8 posizioni.
Triangeli, De Giorgi (vincitore l’anno scorso ai Piani Resinelli) e Perico, precedono nell’ordine Francesco Manzoni, premiato anche nella classifica dopo le fatiche organizzative.
Oltre all’ottimo settimo posto (su 50 partenti) la soddisfazione di essere responsabile della prima area trial omologata in Italia.
Scendendo un po’ troviamo un valido Permunian, che ha evidentemente gradito il percorso superando piloti ben più giovani e l’unica Lady, anche lei davanti ad altri validi piloti.
Verso il fondo della classifica, Giorgio del Pero, comunque penalizzato dai 20 punti, porta il suo fantic primi anni ottanta su queste zone riuscendo addirittura a fare un giro a 13, e per non farsi mancare nulla addirittura con un pneumatico pirelli (croce dei piloti cui gli sponsor non permettevano l’utilizzo del michelin negli anni 80).
Ben 30 i concorrenti “verdi”, che hanno percorso zone il cui livello era più o meno quello previsto dai tracciatori.
La categoria è stata vinta con molto agio da Pallisco, giunto dal veneto insieme ad altri piloti che, forse confusi dal livello tecnico che lo stesso colore assume in altre federazioni, si sono trovati in categorie dove con molta probabilità vinceranno a mani basse.
Concentratissimo dall’inizio alla fine, pur penalizzato con un 5 per un mozzo passato in aria sopra il paletto, Beppe Valsecchi, anche lui del Fast Team, è quello con più zeri dei tre piloti a 20 punti, la sua guida composta si impone questa volta sulla quella funambolica di Diego Acquistapace, e di Tavaglione Junior.
Lo seguono un precisissimo Ceruti che, dopo un assenza causata da gravissimi problemi di salute che ci avevano fatto molto preoccupare, torna ad ottimi livelli sfiorando il podio.
Subito dietro c’è Parolo, non nuovo a questo tipo di prestazioni, e poi Casari, un “nuovo” che si inserisce tra questi due mostri di esperienza che sono Parolo e Raschitelli, dalla guida più indoristica.
Poco più indietro abbiamo l’onore di trovare nientemeno che l’ex meccanico di Tarres, Colomer e altre divinità del trial nonché collaboratore nello sviluppo di famosissime moto del panorama trialistico italiano (per esempio la Beta “tecno”), Fabio Viscardi ci ha messo un po’ ad entrare nella concentrazione giusta per vedere la gara come pilota, ma una volta affinato il tiro ha sfoderato uno splendido giro a 6, a livello dei 3 migliori.
Nel percorso blu una volta visto il nome ci si sarebbe aspettata la vittoria di Edoardo Verdari, molto noto per i numerosi piazzamenti conquistati nel nazionale categoria master vicino ad Andreoli, Soulier, e Andrea Petrella qualche anno prima.
Ed infatti così è stato, tra lui e l’altrettanto allenato suo corregionale Bonetti Paolo, si inserisce De Angelis, autore di un giro a 7 penalità che non è però sufficiente ad insidiare la leadership di Verdari.
Al quarto posto Oberti batte Foiadelli per gli zeri, ottimo rientro dopo una grave frattura che lo aveva tenuto lontano dalle corse per parecchio.
Da menzionare Matteo Spreafico, retrocesso dai rossi, che avrebbe fatto agevolmente il podio, per allontanarlo dai primi 8 posti subisce ben 37 penalità extra, un record.
Splendida vittoria nei rossi di un compostissimo Sonny Goggia.
La sua guida leggera e per nulla intimorita dagli ostacoli, non alti ma da superare con estrema precisione, gli permette di finire a 21 punti.
Proprio come vincitore 21 punti sono parecchi rispetto ad una gara tracciata per dare a tutti la possibilità di tentare le zone; segnale che non serve mettere cose pericolose o alte per creare difficoltà ai piloti.
Dopo aver vinto la Blu l’anno scorso, Codega continua la sua serie di successi vincendo la Sfida con Gianoni, finito terzo.
Seguono il podio Zampieri e Balossi, autore di uno spettacolarissimo uno alla zona 8, che porta i suoi 47 anni ad un dignitoso 5 posto, davanti ad un altro ospite di fuori regione, Concina.
Complimenti quindi a organizzatori giudici e piloti per aver contribuito alla riuscita di un evento su cui, dopo una splendida stagione come quella del 2014, si erano riversate così tante aspettative.
P.M. De Angelis