Dopo qualche anno, siamo di nuovo ospiti del Clan Azzalini che, con la gara del 2023, ha coinvolto anche la terza generazione di organizzatori della gara di Buglio.
Buglio è una località che ci ha visto appassionati sostenitori almeno dal 2002, dove però concorrevamo senza contribuire alla organizzazione ma è invece da una decina di anni che il Team Trialario ha messo la firma sulle gare organizzate in questa località così ben predisposta per la pratica di questo sport.
Il pendio di Buglio è ben visibile sulla sinistra del rettilineo valtellinese che dagli svincoli di Talamona porta fino alla periferia di Sondrio e, a mezza costa della fascia collinare più illuminata dal sole, appare appunto Buglio in Monte come l’agglomerato di case più esteso e comunque inserito tra il terreno coltivato a vigna e i sovrastanti e densi boschi di castagni e pini.
Quello che non si può vedere dal fondo valle è il sottobosco ricchissimo di asperità più o meno arrotondate in terra, radici e roccia alternativamente spigolosa e smussata, come a dire che per i trialisti ce n’è per tutti i gusti ed i livelli tecnici.
Tanto è rapida la vegetazione a riconquistare gli spazi che alcune delle zone degli scorsi anni non erano nemmeno lontanamente più visibili e Cristian Azzalini ha avuto un bell’impegno per permettere al team di accedere a questi terreni per la tracciatura delle zone aggiungendo addirittura tre sezioni dove non era mai stato tracciato nulla.
Una di queste ha preso la denominazione di zona due, sebbene asciutta il giorno prima, ha manifestato una inattesa caratteristica di sdrucciolevolezza su quasi tutte le pietre emerse dal sottobosco con scarso gradimento da parte delle ruote dei concorrenti delle categorie rossa e nera che hanno qui lasciato parecchi punti.
Con grande apprezzamento da parte di tutti, la scelta dei percorsi ha manifestato una notevole varietà di ostacoli come già spiegavamo;
in un contorno dominante di sottobosco coperto di aghi di pino, con radici e blocchi di granito, hanno fatto la loro comparsa anche rampe medie e lunghe e il greto smosso di un torrente che faceva da pavimento alla zona uno, poggiata sull’argine da cui si entrava.
Di speciale fattura anche la zona indoor, realizzata da Cristian Azzalini in blocchi di granito con tronchi e cemento e parzialmente modificata dai tracciatori per assicurarne la percorribilità ad una maggior quantità di piloti, tanto che è risultata abbastanza facile pur mantenendo il suo aspetto coreografico e spettacolare.
Molto variabile il clima previsto per la domenica di gara, irrinunciabile elemento da considerare per modulare il tipo di percorso.
Alla fine pare che le considerazioni sul livello di difficoltà in relazione all’umidità del terreno siano state adeguate alla giornata in modo da garantire la percorribilità di quasi tutti gli ostacoli.
Analizzando i punteggi dei concorrenti troviamo nella categoria dilettanti un pilota che non fa proprio testo.
Pur non nuovo a prestazioni di rispetto, con un solo piede in tutta la gara Azzoni mostra un livello di concentrazione ed una compostezza che stupisce per primi gli stessi tracciatori, pronti semmai ad aspettarsi un punteggio intorno alla decina di penalità per i primi classificati.
Complimenti senz’altro quindi per il risultato e per la sua guida elegante che gli permette di godersi completamente la gara in questo panorama alpino.
Al secondo posto troviamo Agostino Tavaglione, in considerazione della differenza di età con altri agguerritissimi piloti eravamo sorpresi di trovarlo a podio a Rogolo, altra gara dagli ostacoli variegati e umidi alquanto.
Questa conferma continua a sorprenderci soprattutto per il punteggio inferiore alla decina, che denota una regolarità di prestazione non scontata, sebbene da subito abbia dichiarato di apprezzare il tipo di zone che aveva visto prima dell’inizio della gara.
Otto le sue penalità al primo giro e… e basta.
I due giri a zero lo portano al secondo posto davanti ad un altro conosciuto pilota che da parecchio tempo non saliva a podio, Matteo Molteni.
Probabilmente l’organizzazione della famosa Due Giorni di Trial di Caglio gli aveva sottratto il tempo per l’allenamento ed ora che è riuscito a riconquistare la forma lo troviamo meritatamente al terzo posto.
Nuovo come nome ma dato il punteggio basso ci aspettiamo di rivederlo, Marzorati con 11 punti cede a Molteni solo per il numero di zone a zero superando però Acquistapace senior che aveva già agevolmente vinto a Rogolo e che qui a Buglio è stato gabbato da uno spegnimento della moto.
Quattro punti in più per Mauro Raschitelli, sempre dinamico e brillante in una categoria che si è popolata di agguerritissimi concorrenti a dispetto del chiamarsi “dilettanti”.
Dalla Valcamonica, determinato e composto, troviamo Luca Sterni, che precede Cesare Denti ed un Pedrinazzi rispetto ai suoi standard un po’ offuscato dal tipo di percorso così differente dai suoi allenamenti abituali.
Al decimo posto, ma entro cinque punti dal quinto, Corrado Garzetti, il primo dei piloti con moto d’epoca.
Questa è la categoria con il maggior numero di piloti che hanno patito il fuori tempo massimo, esito di parecchie concause di cui la più evidente è la lunghezza del percorso.
I venti minuti che separavano la partenza dalle zone più lontane facevano sì che il fatto di riposarsi anche solo cinque minuti davanti ad ogni zona sottraesse minuti preziosi non più recuperabili.
Per i possessori di moto d’epoca, inoltre, era penalizzante dover limitare la velocità in salita per evitare di sforzare eccessivamente il motore, in altri casi il calcolo del tempo non è stato adeguato.
Bisogna dire anche che questa gara ha avuto un particolare successo di adesioni, 93 piloti alla partenza hanno creato dei rallentamenti al primo giro, ma il tempo di attesa per ingresso in zona era sempre contenuto al massimo in una decina di minuti e comunque solo per due o tre di tutte le sezioni della gara ed in minima parte anche quello ha influito.
Quello che invece caratterizza molti dei piloti che hanno superato il tempo disponibile è il fatto di girare in piccoli gruppi.
La scelta di aspettarsi rende più godibile la gara ma aumenta parecchio il tempo totale, bisogna considerare che il pilota che gira da solo, dopo aver timbrato raggiunge la zona successiva e può permettersi di guardarla.
Per i piloti in coppia, oltre ad adeguare la velocità di trasferimento a quella del compagno, tutti e due guardano la zona dopo che è arrivato l’ultimo e questo determina un ulteriore dilatazione del tempo di percorrenza che, nel caso di una gara come questa di Buglio, è stato irrecuperabile.
Nuovo trionfo nella categoria amatori per Marco Vitari, sei punti i suoi totali contro i 9 di Maurizio Salvagni, entrambi piloti di nota esperienza, utilissima in questa gara, anche confrontando questa classifica con quella della precedente categoria.
Più giovani invece i piloti esclusi dai primi due posti, Luca Mevio che avrebbe gradito di più un percorso con ostacoli più impegnativi data la sua dimestichezza con lastre e sassoni e il giovane Strambini rispettivamente a 10 e a 11 punti.
Sempre ad 11 punti il pilota vincitore della classe dilettanti nel 2022, Enrico Maria Zucchi conferma il suo buon feeling con una Vertigo veramente rabbiosa e stacca di quattro punti Viganò e Taruselli.
Molto interessante lo sviluppo della categoria expert, popolata in questa occasione di ben 17 partecipanti, cosa che potrà essere presa in considerazione per una rivalutazione della lunghezza delle zone.
Vince questa volta Daniele Squaranti, premiato da questa splendida performance dopo un viaggio dalle colline del veronese, grazie ad uno zero in più del validissimo Stefano Leoni ormai guarito dall’infortunio al polso che lo aveva privato dell’allenamento invernale.
Bentornato sul podio ad Andrea Bianchini, dopo una gara molto regolare si piazza davanti a Cristian Maresi sempre plastico e dinamico ma questa volta in lieve flessione rispetto alla vittoriosa gara di Rogolo.
In quinta posizione troviamo mauro Pomi, di ritorno nei vertici dopo anni di pausa, ed a seguire altrettanto gradito il ritorno del più giovane (ma non molto) Cristian Azzalini che dopo le fatiche organizzative ed anni a seguire il figlio Thomas si permette questo impegno agonistico.
Sette i piloti della categoria Pro, con una quasi scontata vittoria di Fabio Macchè dopo un inizio fuori dal suo abituale livello.
Seguito da De Angelis, secondo con largo margine, viene accompagnato sul podio dal fratello Lorenzo che, per la prima volta e con ottimi passaggi sul terreno della pineta, conquista il podio ai danni di Riccardo Ciciliani a cui va il merito di aver percorso più volte la zona due senza cadere sul doppio sasso scivoloso.
A rischio FTM calcola bene i tempi Max Gatti rinunciando a qualche zona pur di evitare la squalifica e si accaparra il quinto posto, comunque chiamato alle premiazioni.
Per un successo completo, questa gara di Buglio doveva essere coronata dallo spettacolo adeguato, offerto ovviamente dalla categoria Superpro, questa volta arricchita dal giovane Cristian Bassi (figlio del già noto al Trialario Robertino che aveva portato alla vittoria la Scorpa quattro tempi nel Trialario 2008).
Allenatissimo e estremamente atletico, Cristian Bassi è riuscito a sottomettere negli ultimi due giri anche gli ostacoli più ostici di questo terreno di Buglio staccando di parecchio l’omonimo Svanella e l’altro valtellinese Luca Ruffoni, tutti molto spettacolari.
Fuori tempo massimo ma non meno spettacolare Matteo Zampieri offre al pubblico di Buglio altre evoluzioni che lo avrebbero comunque portato al terzo posto molto vicino a Ruffoni, a sua volta autore di splendidi passaggi con uscita a ruota alta sul sasso finale della zona uno, con partenza dallo sconnesso del fiume.
Grazie agli utensili gadget offerti da Luca Valsecchi, pilota imprenditore sempre presente nel fornire omaggi utili, le premiazioni fino al quinto posto hanno coronato una giornata dove le nuvole hanno attenuato a tratti il caldo e la pioggia estiva ha atteso il termine della manifestazione per scendere.
Non meno importante la partecipazione nientemeno che del Sindaco di Buglio in cucina per lo squisito pasto a base di pizzoccheri e patate condite con formaggio locale e fagiolini, operazione in cui il clan Azzalini è stato ulteriormente coinvolto per riconfermare l’ospitalità che ci fa solo venir voglia di organizzare la prossima gara.