14 Novembre, quasi mai si è arrivati così avanti nell’organizzazione delle gare Trialario, anzi, verso fine novembre era già il momento della cena di fine anno, per i trialisti in odore di festeggiamenti natalizi.

Finisce quindi questo anno, difficile, conflittuale sotto molti aspetti che hanno lacerato profondamente la società anche in diversi punti di vista.

Non aveva sbagliato il manager di Trialario Team a pensare che i pronostici di “andrà tutto bene!” fossero pie illusioni, ma ancora di più non ha sbagliato a invogliare il gruppo a tentare di mettere insieme questo campionato pur con sfavorevoli premesse.

Seppure di intoppi ce ne siano stati tanti, alla fine, la tenacia ha permesso di organizzare tutte le gare previste; soprattutto la tenacia di Bartesaghi ha saputo superare le inerzie delle varie segreterie degli enti che rallentano e rendono fastidiosa la gestione della documentazione, ahimè necessaria per permettere di organizzare ogni gara

Se si pensa che tutti gli altri motoclub, per ogni gara hanno più persone che gestiscono tutto ciò che Bartesaghi verifica e coordina per tutta la stagione, ci si può fare un’idea del suo livello di competenza organizzativa e del perché per anni altri enti abbiano cercato di convincerlo a lavorare per un’altra federazione.

Colico sotto una karmica promessa di acqua, già rimandata per emergenza maltempo, colpita dalla pioggia del venerdì anche per la gara di Campionato Italiano, non ha potuto esimersi dal mostrarsi bagnata anche per l’ultima del Trialario, così il debito speriamo sia estinto.

Faceva bene Bartesaghi, durante la tracciatura, a ricordare continuamente quanto fango si sarebbe formato e difatti, sia il sabato che la stessa domenica mattina, sono stati tolti dall’obbligo parecchi ostacoli nelle zone.

Non è bastato, non nel senso che le zone non si potessero fare, ma nel senso che molti tracciati, in falsopiano o addirittura in pianura diventavano dei budini di fango che non permettevano alle moto di muoversi finché la ruota posteriore non trovava sotto il melmoso uno strato di terra più granulosa o più asciutta.

Verso il secondo o terzo giro hanno cominciato a formarsi dei canali, difficili da gestire con l’anteriore ma che permettevano comunque di trovare un po’ di spinta e tutte le zone sono state superate, quasi tutte a meno di tre piedi almeno da alcuni piloti.

Questo anche grazie alle modifiche effettuate giusto prima che arrivassero i primi concorrenti.

Il risultato è stato che in ogni categoria, anche i piloti che non sono saliti sul podio hanno girato con una media di due piedi scarsi per zona, dovendo sì combattere con il fango ma riuscendo anche a prendersi belle soddisfazioni.

Complimenti a tutti quindi, perché in una gara come quella del 14 novembre era soprattutto importante esserci, e, se la moto lo permetteva, anche finire.

Le due zone, tracciate nel ricco campo scuola del Motoclub Colico, sono state invece fondamentali per avere un po’ di respiro dal fango e ricordarsi di un trial in cui le ruote vanno proprio dove le volevi mettere.

Scegliamo come categoria di partenza la Superpro, dove Sonny Goggia, con pochissimo vantaggio, anche se meno assiduo nell’allenamento trialistico prende una rivincita sul precisissimo Luca Poncia, forse per la somiglianza delle zone con i tracciati dell’enduro estremo .

Conferma di Dino Codega nella Pro, con un inizio molto buono riesce a contenere la crescita di Svanella, che, alla guida stavolta di una Beta 300, recupera con un ottimo terzo giro a 12 punti, che però non basta per annullare il vantaggio iniziale di Codega.

Terzo gradino del podio per De Angelis, felice di aver mantenuto dei punteggi di zona vicinissimi a quelli dei suoi giovani avversari e di essere tornato al due tempi prima di questa gara fangosa.

Nella categoria expert era attesissimo lo scontro per la prima posizione, attesa un po’ rovinata dall’assenza di Balossi.

Il nostro Aus sul fango avrebbe saputo dire la sua ma era impossibilitato a salire in moto per i problemi ad una spalla che gli avevano già impedito di competere ai giusti livelli alla gara di Cremia.

Incredibile invece la comparsa di Ciciliani, che al primo giro conclude con uno splendido parziale di 14, riesce a mantenere la sua prima posizione fino a metà del secondo giro, quando il cambio del suo veicolo si inchioda impedendogli di proseguire e costringendolo al ritiro proprio nella sua gara migliore.

Ne trae immediato vantaggio un sorprendente Manuel Robba che di un punto supera in questa gara fangosa Loris Riva, sicuramente più a suo agio sul terreno solido e spigoloso ma ormai giunto a capacità consolidate al punto da non lasciarsi sfuggire questa occasione per la conquista della vittoria di Trofeo.

Al terzo posto si stabilizza Valerio Fantin, che si assicura così il terzo gradino del podio di Trofeo.

Tornato alle gare da neo papà ecco al quarto posto il socievole Stefano Bianchi, di degna levatura i suoi punteggi parziali, e comunque davanti ad avversari anch’essi notevoli seppur magari, come nel caso di Andrea Bianchini, messi in difficoltà dal sommarsi di fango e infiammazioni articolari.

La scontata la vittoria di Dennis Poncia nella Amatori, per questa gara fangosa non è stata così scontata, la guida elegante di Luca Mevio avrebbe avuto la meglio se non per i 20 punti di penalità per retrocessione.

Si garantisce comunque gara e campionato Dennis Poncia, primo anche qui con 34 punti contro i 37 del bravissimo Luca Conti, a conferma del suo buon livello anche sul trial fangoso.

Al terzo posto troviamo il sempre efficace Gaspare Pomi, che, con la sua guida studiata e composta anche sul fango, si porta a casa, oltre all’ennesimo podio, anche la vittoria nella amatori Over 50.

Altro Poncia, Flavio questa volta, alla guida della categoria dilettanti, a distanza di sicurezza Vaninetti, assiduo frequentatore del podio e una new entry, Lorenzo Fanni.

Conquistando con le unghie e coi denti un paio di tre in più, Fannni rosicchia ad Azzoni l’accesso al podio lasciandolo in quarta posizione nonostante i suoi due ottimi giri a 14 punti.

Poco più indietro troviamo Sara Maffenini, che con il suo ultimo giro a 16 conferma la sua capacità di reggere il confronto anche sulle gare toste.

Ottima infine la disponibilità del Motoclub Colico nell’offrire agevolazioni che fanno a fine gara davvero comodo, come l’apprezzatissima pompa dell’acqua, indispensabile possibilità di lavare le moto, vero valore aggiunto che ha permesso di lasciare sul posto parecchi chili di fango che ogni moto altrimenti si sarebbe portata a casa.

L’ospitalità in questa giornata di pioggia, per queste premiazioni e per il graditissimo pasto, ha offerto anche il tendone, riscaldato per l’occasione pur di garantire un adeguato supporto logistico anche senza disporre di una struttura rigida.

Dato che queste premiazioni erano anche le finali del Trofeo Trialario 2021 non resta che augurare un buon fine anno (ne avremmo bisogno) a tutti, i presenti, gli assenti della giornata e gli aspiranti piloti trialario che potrebbero volersi aggiungere alla prossima edizione che se ripete i successi di quella appena conclusa dovrebbe dare a tutti la giusta soddisfazione.

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