Fraciscio, ultima gara dell’estate.
Prima parliamo di Fraciscio, luogo sconosciuto a molti e famoso per molti altri, portato all’attenzione del Trialario grazie all’interessamento di Federico Buzzetti, pilota che di questi ultimi tempi deve anche occuparsi della sua nuova pargoletta. Il nome del paesino deriva dalla storia di un monaco che scelse la località come luogo di apostolato ed eremitaggio.
La generosità dei pochi abitanti ebbe un serio effetto sulla sua linea, tributandogli l’appellativo di Frà Ciccio, da cui Fraciscio che diede nome al luogo.
Luogo che annovera anche l’onore di aver dato i natali a Don Guanella, santo diventato noto in zona Lecco per le numerose attività che l’istituto con il suo nome organizza in beneficenza.
Per ciò che riguarda il cibo non ci stupisce che il famoso frate non sia dimagrito, soprattutto ma non solo, al ristorante Genzianella, nei luoghi della zona la cucina colpisce per l’intensità e la buona armonia dei gusti…
Ma la gara?
Ambiente alpino per eccellenza, sottobosco con sassi a lastra, boccioni muschiati e non, attraversato da un fiume che la recente piena ha reso irregolare e popolatissimo di macigni più o meno tondeggianti, per zone anche con passaggi da un sasso all’altro.
Questa varietà ha creato difficoltà tra i tracciatori, il meno montanaro dei quali avrebbe aumentato le parti di gara tracciate proprio sul greto del torrente, proprio per la rarità di questo tipo di fondo.
Sono state 3 le zone tra argini e pietre di fiume, con anche un greto da attraversare nell’acqua, in trasferimento e zona… e questo ha fatto grande onore alla gara.
Gara neonata, che per le caratteristiche del posto ha manifestato qualche piccolo problema di gioventù organizzativa, risolto in corso d’opera per migliorare la segnaletica del trasferimento, del resto quando si è in pochi e si fanno tante cose non si può stare dietro proprio a tutto.
Le conseguenze dei piccoli errori sono però state minime, la disposizione delle zone ha permesso di spostarsi dove c’era meno affollamento e i tempi di percorrenze di tutte le 24 zone si sono assestati intorno alle 4 ore per tutti, con risparmio di un’ora dedicata poi al pranzo finale, ricchissimo e saporito di gusti di montagna come la tradizione vuole.
Al di là del tipo di zone, alcune delle quali di primo acchito impraticabili, (che dopo il primo giro hanno smesso di preoccupare i piloti che le hanno capite) ciò che ha davvero impensierito la maggior parte dei partecipanti è stato il caldo!
A 1400 metri come si poteva avere caldo?
Rispetto alla pianura era fresco, ma l’aumento della temperatura di oltre 8 gradi in poche ore ha dato una ulteriore stanchezza che non ci si aspettava con le poche nuvole della mattina.
Tornando alle zone, sicuramente svantaggiati sono stati i piloti che le hanno percorse tra i primi, non potendo giovarsi della traiettoria altrui e nemmeno dei vantaggi di un percorso pulito, soprattutto nelle zone uno e cinque che dopo il secondo giro sono diventate addirittura facili, con il miglioramento del fondo.
Rispetto alla precedente gara di Darfo sarebbe stata intenzione dei tracciatori alternare i livelli di difficoltà delle zone, qualcuna più agevole e qualcuna più difficile.
Ma la differente attitudine dei vari piloti ha fatto sì che quelle che erano facili per alcuni non lo erano per gli altri, che a malapena ci tiravano fuori il tre.
E’ questo il caso per esempio della zona 4 in cui Parolo passava a zero in no stop e altri bravi piloti si sono addirittura ribaltati calcolando male i tempi di alleggerimento dell’anteriore nei buchi da sorvolare tra i sassi.
Spettacolo assicurato anche per le zone dei rossi, grandi dislivelli che però sembravano creare meno problemi delle traiettorie sinuose imposte a amatori e dilettanti, i punteggi dei primi ne danno infatti testimonianza.
Discorso a sè per gli expert, categoria nella quale le zone si sono rivelate molto tecniche e solo Delli Paoli e De Angelis sono riusciti a limitare i punteggi già dal primo giro, mentre anche gli inseguitori nei successivi giri sono riusciti ad abbassare di molto i parziali.
Podio occupato da nomi già visti nella dilettanti, con Bettega Pedroncelli e Bellati che svettano seppur con notevole superiorità del primo a 15 punti contro i 27 e 30 degli altri due.
In crescita costante i successivi con Molteni e Bettiga, anche loro bravissimi esattamente appaiati a 31 punti e quarti PM.
Gusmeroli e Albini si piazzano davanti al vecchio leone Malvestiti che coglie però il premio per essere primo nella categoria Veterani.
Prima nella categoria Ladies, Clara Macchiavello nona, recupera la posizione persa a Darfo a Vantaggio di Sara Maffenini che stavolta arriva decima assoluta.
Seguono la classifica veterani Tavaglione e Galbani, cui la risalita di posizioni ha permesso di occupare il terzo gradino del podio dilettanti veterani.
A vincere invece la Amatori è proprio un veterano, Rocco Parolo bissa il successo di Piantedo su un terreno ed un tipo di zone che sulla carta non avrebbero dovuto favorirlo per niente, lui che preferisce il guidato agli spostamenti e il sottobosco agli ostacoli secchi.
A solo un punto da Parolo, quindi a 26 punti, ben più giovane ed avvezzo agli spostamenti, Manuel Robba si presenta con questa splendida prestazione davanti al giovanissimo Paolo Ruffoni, che conferma il suo grado di allenamento grazie anche alla scuola Fisto.
Non stupisce vedere un Conti vicino al podio, dato che è preciso e metodico e atletico anche negli ostacoli secchi, meno attesa invece è la performance di Burci, che grazie al suo terzo giro ad 8 punti ruba la quinta piazza nientemeno che a Basile e a Mattia Ghezzi.
Splendido punteggio per Strazzari a pari punti con Capelli, entrambi sul podio della Amatori Veterani dietro a Parolo.
Discorso non nuovo per la expert, con Delli Paoli e De Angelis a contendersi il primo posto ed entrambi concentratissimi tanti da essere a pari punti nei primi due giri ed entrambi a concludere il terzo giro con il notevole punteggio di due penalità contro gli 11 dell’inseguitore.
Saranno quindi gli handicap a determinare la classifica con Delli Paoli meritatissimo primo e De Angelis a sottrarre la seconda posizione a Salvagni che nel primo giro accumulava un po’ di penalità di zavorra.
Sono state anche per il giovane Loris Riva le penalità del primo giro a tagliarlo fuori dal podio nonostante il recupero finale, beffato da Galbani per gli zeri si deve accontentare di battere Balossi che anche in mancanza di allenamento non è un pilota di scarsa portata.
Stupisce la posizione di Bonvini, fortissimo vincitore a Piantedo e secondo a Samolaco, che però non è amante dei percorsi tortuosi in mezzo alle pietre, quindi proprio di questo tipo di gare dove ci sono molti punti che pretendono traiettorie precise anche sullo sconnesso.
Conferma nella Pro di Raffaele Pizzini, che a Darfo era finito fuori classifica per un FTM di un minuto e mezzo, oltre ad aver accellerato il ritmo di gara, pare che abbia ancora aumentato la sua precisione, tanto da finire con un totale di 16 punti.
Meno allenato ma sempre atletico grazie al suo notevole passato in TR2, Gautiero occupa la seconda piazza dopo un inizio meno pulito ma due ottimi giri finali, che gli consentono di lasciare Ruga al terzo posto, anche lui precisissimo e convinto sugli ostacoli più grossi ma con sbavature su passaggi facili.
Chiudono la categoria Codega e Ruffoni, confrontandosi con ostacoli che in questa gara erano davvero a misura di Pro.
Vivacissima la mangiata finale, pur con alimenti non proprio adatti al caldo esploso dalla metà della mattina e comunque apprezzatissimi, tanto che l’area della premiazione è rimasta gremita fino alla fine.
Arrivederci a questa panoramica località, che al suo debutto ha comunque trovato molti sostenitori e che con l’esperienza può mostrare altri lati positivi di paesaggio tecnico che come prima esperienza abbiamo dovuto tenere di riserva.